Antologia Arbëreshe

 

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Le comunità italo- albanesi, dopo cinque secoli dalla loro partenza dall’Epiro, dalla Chimara, dall’Ellade e dal Peloponneso, delineano anche oggi alcune caratteristiche etniche, rituali e linguistiche, che le distinguono dalle popolazioni italofone confinanti.

La recente Legge 482/1999 riconosce queste comunità come Minoranze linguistiche storiche. Esse, sotto l’aspetto geografico, si trovano in tutto il meridione dell’Italia continentale e in Sicilia.

Questa discontinuità territoriale ha impedito un reciproco arricchimento e progresso linguistico, culturale, spirituale ed economico. Nonostante ciò le popolazioni arbëreshe, con la fierezza delle proprie origini, l’ amore alla lingua albanese, la fedeltà al rito bizantino e il rispetto alle tradizioni degli antenati, sono riuscite a salvaguardare ed a tramandare oralmente fino al presente una parte consistente e significativa della propria cultura originaria.

I poeti popolari arbëreshë componevano versi lirici e li recitavano nelle piazze e nei conviti. Ragazzi e ragazze per vincere nei giochi dovevano comporre versi in albanese.

Il genere lirico popolare  arbëresh è tra le più antiche nella letteratura didattica.

La raccolta è una “miscellanea arbëreshe”, nel senso che essa tende a presentare per la prima volta testi di lirica popolare che riguardano comunità composite e distanti tra loro.

Da questa raccolta di testi orali, ed ora codificati, per l’infanzia e gli adolescenti, emerge una realtà italo-albanese non legata da schemi tecnico-grammaticali di classificazione ma delineata da poesia, musica, costumi e rituali antichi.

Ninnananne, indovinelli, filastrocche, non sense, giochi e credenze lungi dall’essere ingenui e infantili mostrano una notevole consapevolezza dei problemi della vita quotidiana, aiutando i bambini a conoscere il proprio posto nel mondo.

L’antologia illumina il pianeta dell’infanzia e dell’adolescenza dell’Arberia; un mondo vecchio e nuovo, reso familiare ed amabile più che dai contenuti dall’arcana vetustà ed espressività ritmica musicale delle varie parlate arbëreshe, pur corrose e sfigurate dalla loro purezza linguistica originaria.

Testi che indicano soprattutto gioia di vivere e divertirsi insieme, accompagnata da genialità, umorismo, creatività, danza, ritmo.

Modelli di socializzazione che hanno come scopo primario la crescita dei sentimenti, lo sviluppo della fantasia e l’apprendimento di valori esistenziali.

 

 

Metodo

La nostra ricerca ricalca la classificazione già usata a Prishtina (Kosova) nel 1983 dal prof. Sadri Fetiu: I - ninnananne; II - strambotti e filastrocche che fanno riferimenti ai fenomeni naturali; III - agli alberi ed ai frutti; IV - agli insetti; V - ai volatili; VI - agli animali; VII - ai divertimenti tra ragazze nei piazzali; VIII - agli scherzi e giochetti accanto focolare. IX - Seguono: una raccolta di indovinelli; X - alcuni giochi tra ragazzi e ragazze nei piazzali “sheshet” e nelle strade del paese; XI - formule di benedizioni; XII -  presagi fausti ed infausti; XIII - diverse usanze e credenze popolari.

Una breve introduzione precede la suddivisione dei testi orali, di cui viene indicato il paese e l’anno di registrazione.

L’analisi dei testi viene per ora affidata alla competenza degli specialisti di linguistica, folklore, etnologia e pedagogia.

L’indice tematico degli argomenti trattati è utile per una consultazione più immediata. L’indice per paesi raggruppa, invece, i testi orali o scritti provenienti dalle varie comunità. L’indice generale riporta l’incipit di tutti i testi divisi secondo le varie tematiche.

 

 

I testi

In questo volume ci sono ninnananne (165), strambotti e filastrocche in relazione ai fenomeni naturali (28), ai frutti e agli alberi (10), agli insetti (14), ai volatili (29), agli animali (35), alle ragazze (27), al focolare (51). Ci sono, inoltre, 130 indovinelli, 33 formule di benedizioni, 13 presagi fausti ed infausti, 68 giochi tra ragazzi e ragazzi e 68 testi sulle credenze popolari.

Complessivamente sono riportati 628 testi popolari nelle varie parlate italo- albanesi. Alcune filastrocche pur essendo simili nel contenuto differiscono tra loro nella parlata e nelle particolarità testuali.

Si tratta di materiale, in grande parte inedito, da noi personalmente registrato dalla viva voce degli anziani soprattutto a S. Costantino Albanese, S. Paolo Albanese, Frascineto, S. Sofia d’Epiro e Falconara Albanese.

Molti informatori non vivono più tra noi. La loro memoria è impressa nei nostri ricordi più felici e nel profondo del nostro cuore. A tutti quanti esprimiamo la nostra gratitudine e riconoscenza.

Il patrimonio culturale che ci è stato affidato viene ora trasmesso e riconsegnato agli alunni delle scuole dell’Arberia con la speranza che possa maggiormente contribuire alla loro crescita ed educazione umana, culturale, spirituale e sociale.

Molte ricerche sono state da noi effettuate nel 1981 a Piana degli Albanesi, Contessa Entellina, Mezzojuso e Palazzo Adriano; nel 1987 a Chieuti, Portocannone, Montecilfone, Casalvecchio di Puglia, Ginestra, Maschito e Barile, ed ultimamente a Firmo, Cerzeto, S. Giacomo di Cerzeto, S. Basile e Spezzano Albanese. (...).